Bagheria: mostri, soldi e ironia

Bagheria: la città di Guttuso, di Tornatore ma soprattutto la città delle ville. Mica scema l’aristocrazia palermitana che, dalla metà del Seicento, rivaluta quelle terre da sempre di famiglia e comincia a costruire case di villeggiatura dove rifugiarsi dalle calde temperature e dalle non meno roventi sommosse della città. Che sia vero o meno che fu proprio la lontananza dal pericolosissimo Tribunale dell’Inquisizione a Palermo, a garantire che potessero trovarvi rifugio gli interesse esoterici e alchemici dei nobili dell’epoca, fatto sta che le ville di Bagheria di divertenti stranezze ne hanno parecchie.

Non si può non citare la cosiddetta “Villa dei mostri”, cioè Villa Palagonia, con una straordinaria varietà di creature divertenti nelle loro deformità ed espressioni, a presiedere e custodire il muro perimetrale. Fu Francesco Ferdinando Gravina e Alliata a dare il via a metà Settecento, a questo teatro – “circo” diranno le malelingue- di animali fantastici, caricature di personaggi illustri (le stesse malelingue sottolineeranno la volontà di rivincita del principe, ricordato dalla bellezza, ehm, discutibile), musicisti e cavalieri e poi chiaramente i famosissimi mostri, piazzati lì forse a deridere i numerosi quanto nobili ospiti, oppure a difendere la villa dal male con lo stesso valore apotropaico dei gargoyles in cima alle cattedrali gotiche francesi… ma di sicuro protagonisti attivi di quello che era il vero obiettivo del proprietario: giocare!

Ospiti illustri come Goethe o Houel ci raccontano di sedie con le gambe di altezze diverse, con schienali eccessivamente inclinati o spilli nascosti nei cuscini solo per far cadere o infastidire chi osasse ingenuamente fidarsi e accomodarsi, vittima a quel punto dello scherno generale. Insomma, un simpatico burlone il principe di Palagonia!

All’interno, perfettamente in linea col gusto dell”epoca, trova spazio la sala dedicata alle fatiche di Ercole e, trainato dal gusto del gioco e dello scherzo, il salone degli specchi…ma anche stavolta, non nel senso canonico. Infatti gli specchi anziché stare alle pareti, coprono la volta, trattenuti da una balaustra in cui rimangono incastrati (perché no dopotutto) cavalli alati che passavano di là, ignari della trappola!

Di ville a Bagheria ce ne sono davvero tante ma una in particolare ha mantenuto tutti gli ambienti con le loro funzioni originali: Villa San Marco, aperta eccezionalmente per le Vie dei Tesori. Questa villa di Bagheria, che in realtà a Bagheria non è ma ricade già nel paesino limitrofo di Santa Flavia, a dirla tutta non era neanche una vera villa ma un castello. O meglio, una torre difensiva che nel Cinquecento comunicava, in caso di pericolo, con le sorelle di Palermo e Termini Imerese con segnali di fumo di giorno e di fuoco di notte. La zona infatti, ricca di acqua e di canna da zucchero, era solita cadere spesso nelle mire dei Saraceni. L’aspetto difensivo e militare è visibile ancora oggi, seppur ingentilito dalle modifiche di fine Seicento, quando Vincenzo Filingeri, conte di San Marco e principe di Mirto (Palazzo Mirto a Palermo sarà donato dalla sua erede, sposata Lanza, al Comune) incarica l’architetto Domenico Cirrincione di trasformare la torre in villa. Ancora oggi, visitandola, si ha la chiara percezione della vita che doveva svolgere l’aristocrazia palermitana nel Settecento.

Al pianterreno solo ambienti di servizio, tutti disposti intorno alla sala della cisterna (quest’ultima grande quanto l’intera stanza, per raccogliere l’acqua piovana), la cucina con un’innovativa canna fumaria nascosta e una ghiacciaia all’avanguardia per conservare la neve portata direttamente dalle Madonie. Unico nel suo genere quello che viene chiamato “ponte levatoio” a memoria appunto della funzione difensiva, ribadita anche dai bastioni esterni, ma che in realtà sembra quasi un antesignano di un ascensore: una sorta di piattaforma che portava al primo piano gli ospiti a mo’ di montacarichi. Oltre agli ambienti di servizio, sono visibili anche le carceri, la chiesa (fondamentale non solo per i proprietari ma anche per tutta la comunità che lavorava nell’area), le scuderie che ospitano ancora oggi varie tipologie di carrozze diverse in base all’utilizzo e alle relative esigenze: quella per la città, quella per la campagna, quella più comoda per i lunghi viaggi e infine la più sicura per quelli più pericolosi.

La villa, circondata da ben due giardini, la “Floretta” con piante fiorite e la “Fruttiera” con alberi d’agrumi, si staglia nel bel mezzo della campagna e ci piace immaginarla così, coi cancelli sempre aperti per facilitare le visite tra le varie famiglie aristocratiche del tempo, intente a scambiarsi favori e cortesie ma non meno affari e trattative per quella Palermo di cui di fatto definivano la storia, spesso a distanza.

Entrambe le ville sono attualmente private e abitate. Villa San Marco visitabile solo per la manifestazione delle “vie dei tesori”, Villa Palagonia quasi sempre aperta.

http://www.villapalagonia.it

http://www.leviedeitesori.com/bagheria

http://www.castellosanmarco.net

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